Basilica di San Saturnino a Cagliari: storia e descrizione

La basilica di San Saturnino è uno degli edifici storici più antichi di Cagliari, nonché uno dei monumenti più celebri della città.

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Descrizione della basilica di San Saturnino

La basilica di San Saturnino, in origine, fu costruita mediante un progetto architettonico che prevedeva uno schema a croce, dove la cupola centrale della basilica sarebbe stata il centro della croce stressa, nonché punto di incrocio degli assi di quest’ultima.

Osservando la cupola dal basso, entrati all’interno della basilica, si nota in alto la scritta in latino “Dominus qui incoasti perfice usque in fine”, che tradotta in italiano significherebbe “Signore, che hai inziato (questo), conduci a compimento”.

La parte centrale della basilica, e quindi la parte della cupola, è ancora oggi intatta, e si presenta in tutto il suo splendore, sostenuta da 4 colonne romane in stile corinzio, realizzate con i marmi rossi Africani, seguendo i principali punti della tradizione architettonica dell’Impero Romano d’Oriente, similmente a edifici della stessa tipologia come quelli costruiti dai bizantini a Ravenna, come appunto è il caso del mausoleo di Galla Placidia.

La storia della basilica di San Saturnino

Le origini

La basilica di San Saturnino venne costruita intorno al V e il VI secolo d.C. all’interno di una zona funeraria poco fuori dalla città, dedicata a uno dei santi più importanti della città: San Saturnino, nato a Cagliari verso il 285 d.C. si presume sia morto come martire il 30 ottobre del 304, a causa delle persecuzioni volute dall’imperatore Diocleziano, mediante “jugulatus”, ovvero sgozzamento.

La storia medievale della Basilica

La basilica di San Saturnino verrà ampliata con la costruzione di un monastero nei pressi della chiesa, ad opera del vescovo Fulgenzio di Ruspe (si ipotizza fra il 507 d.C. e il 523 d.C.) durante il periodo di esilio in Sardegna imposto dal sovrano vandalo Trasamondo.

Intorno al 1089 il complesso venne probabilmente abitato dai monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia, secondo quanto venne stabilito dal Papa Urbano II, che seguì le volontà del giudice Costantino di Cagliari, i quali proseguirono l’ampliamento della basilica, che si conclusero con la nuova consacrazione della basilica, operata dall’allora arcivescovo Guglielmo di Cagliari (che si ritiene abbia ricoperto la carica dal 1119, o forse dal 1118, sino al 1126), effettuata il 1 aprile 1119; dai lavori compiuti in questo periodo si presume derivino alcune modifiche alla basilica, fra cui quelle alla navata centrale, ricoperta da una volta a botte, dotata di arcate doppie, così come il concepimento delle navate laterali, che vennero poste a crociera.

Durante l’assedio aragonese di Cagliari (1324 d.C.), la Basilica di San Saturnino fu particolarmente danneggiata, e nel 1363 la Basilica verrà tolta ai Monaci Benedettini di San Vittore di Marsiglia, per opera di Pietro IV (detto “Pietro Alfonso”), e concessa probabilmente in uso ai cavalieri di San Giorgio de Alfama.

Più tardi, intorno al 1444, la basilica tornerà a essere un possedimento dell’arcidiocesi di Cagliari, ma resterà abbandonato e in rovina, sino al restauro voluto dall’arcivescovo Pietro Pilares e Giacomo Rovira, avvenuto nel 1484.

A causa del restauro del castello di San Michele, voluto dal conte Giacomo Carroz (vissuto fra il 1420 e il 1469), molti dei materiali e delle opere e decorazioni custodite dentro alla basilica vennero rimosse per essere trasferite nel castello di San Michele: seguì dunque ancora una volta un periodo di decadenza per la basilica.

Età moderna

L’abbandono e la decadenza della basilica proseguirono; il luogo divenne poi oggetto di ricerche archeologiche, effettuate dagli spagnoli intorno al 1614, quando si diede inizio a un’operazione di scavo massiccia della zona, finalizzata al ritrovamento di “reliquie” e “corpi santi”.

Nuovamente il sito fu quindi “saccheggiato”, specialmente per quanto riguarda la parte cimiteriale e l’insieme dei materiali, che vennero utilizzati per il restauro della cattedrale di Cagliari.

La basilica di San Saturnino fu assegnata, intorno al 1714, alla Corporazione dei Medici e degli Speziali, e venne intitolata ai “santi medici”, Cosma e Damiano.

Età contemporanea

Durante la seconda guerra mondiale la basilica venne bombardata dagli alleati e verrà restaurata solo nel dopoguerra, fra il 1948 e il 1952, per essere poi riaperta ai cagliaritani per la celebrazione di matrimoni.

Un nuovo restauro della basilica iniziò nel 1978 e si concluse nel 1996, determinando una nuova apertura al pubblico dell’edificio, che venne poi riconsacrata nel 2004 e aperta al culto.

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